Come superare le Fobie con la PNL, come gestirle e affrontarle correttamente
Come superare velocemente le Fobie con la PNL
Spesso si assiste a scenari intrisi di paura incontrollata, fobie di tipo sociale e comportamenti “borderline”. Capita sempre più di frequente di assistere a fenomeni caratterizzati da psicosi collettiva, isteria spropositata, reazioni eccessive di fronte a fenomeni che non determinano un reale pericolo per chi li vive.
Cosa accade al nostro cervello quando sopravviene una paura incontrollata? E, soprattutto, come si può imparare a gestire velocemente e in modo efficace una fobia? La PNL offre una soluzione specifica a questo problema, attraverso una tecnica che agisce direttamente sul meccanismo mentale che sta alla base della fobia.
Superare le Fobie con la PNL partendo dal capire che cos’è una Fobia
Una fobia è una paura incontrollata. Le paure si dividono in due grandi categorie: le ansie e le fobie. Le prime sono il prodotto di un processo cognitivo lento, in base al quale vi è un aumento progressivo della paura che si verifica poiché vengono create nella mente immagini di eventi terribili. Le seconde, al contrario, sono il prodotto di un processo cognitivo veloce, in base al quale, alla vista di qualcosa o quando ci si trova in una determinata situazione, ci si sente subito sopraffatti dalla paura.
Superare le fobie è l’effetto di un processo di cambiamento che può avvenire lentamente e in modo naturale oppure, grazie a particolari tecniche di PNL, in modo molto più veloce e “guidato”. Quando Richard Bandler decise di intervistare un campione rappresentativo di persone che, in maniera naturale, avevano superato le fobie più comuni (la paura di volare, la paura dell’ascensore, la paura di ragni, cani, serpenti, insetti, etc.) scoprì che questi individui avevano creato la loro fobia, mettendo in atto un processo neuro-cognitivo idoneo a produrre la paura stessa e a esasperarla a tal punto da farla uscire dalla loro sfera di controllo.
Pertanto, la paura elevata all’ennesima potenza è un prodotto della mente. Di conseguenza, vincere le fobie significa cambiare il processo mentale, lo schema di pensiero che ha generato le fobie stesse.
Per farlo, occorre innanzitutto capire cosa accade al cervello quando si verifica qualcosa che scatena l’insorgere della fobia.
Le fobie, infatti, non sono paure “naturali”, ma paure apprese. Sono il prodotto di un meccanismo del cervello che produce un pensiero distorto e, di conseguenza, uno stato d’animo disfunzionale che si traduce in una reazione eccessiva all’accadimento concreto, che si pone fuori dalla reale dimensione della realtà.
Il termine fobia (dal greco φόβος, phóbos, “panico, paura”) indica un’irrazionale e persistente paura e repulsione di certe situazioni, oggetti, attività, animali o persone, che può, nei casi più gravi, limitare l’autonomia del soggetto, ma che non rappresenta un reale pericolo per la persona.
Si tratta di una manifestazione emotiva sproporzionata messa in campo per fronteggiare una situazione scatenata da uno stimolo, detto “trigger”, che non rappresenta una vera minaccia, se non nella “testa” della persona che immagina ipotetici scenari catastrofici.
La mente crea e distrugge. Il meccanismo è il seguente:
- Si parte dall’esperienza: si verifica quando si presenta lo stimolo fobico, ossia quando la persona si trova nella situazione che reputa oltremodo pericolosa
- Si prosegue con la creazione di un pensiero disfunzionale/distorto/catastrofico, del tipo: “Se sto a contatto con gli altri, di certo mi ammalerò!”, “Devo evitare qualsiasi forma di contatto con l’animale “x”, altrimenti può capitarmi il peggio”, “Prendere l’ascensore è pericoloso perché posso restare chiuso dentro!”.
- Si genera, dunque, uno stato d’animo del tutto disfunzionale: la paura/fobia. Il cervello si autoconvince di un livello di pericolo inesistente o, comunque, superiore a quello effettivo.
- Si arriva al comportamento disfunzionale: la paura diventa centrale, chi soffre di una determinata fobia tende a evitare le situazioni associate alla paura. Si cerca di proteggersi dal “nemico immaginario”. Ecco che le persone evitano tutte le possibili esposizioni a quello che credono essere un alto livello di pericolo.
Paure e fobie: quando un’emozione diventa un ostacolo alla qualità della vita
Occorre distinguere tra paure e fobie. La paura è un’emozione e, come tale, non può essere demonizzata. Fa parte dell’essere umano e viene manifestata attraverso un blocco, una fuga o una reazione attiva (attacco). La paura è un’emozione particolarmente utile, grazie alla quale l’essere umano evita pericoli e salvaguarda la sua incolumità. Nello stesso tempo, quando la paura imbocca strade “distorte”, diventa un ostacolo alla qualità della vita. La fobia è una paura che ha preso una di queste strade, insinuandosi nella mente come il peggiore degli ostacoli.
Il meccanismo sottostante alla fobia produce una strategia di evitamento della situazione “potenzialmente pericolosa” che, nel ripetersi, diventa una trappola dalla quale è particolarmente difficoltoso liberarsi. Infatti, ogni volta che la persona evita la situazione oggetto della fobia, non fa altro che confermare alla sua mente la pericolosità della stessa situazione e prepararsi al prossimo evitamento. Ne deriva un circolo vizioso ininterrotto. Superare le fobie con la PNL richiede l’inversione di questo meccanismo mentale.
È fin troppo evidente lo squilibrio che ne deriva: la persona non è più capace di scegliere a quali situazioni esporsi, poiché è intrappolata dallo scenario devastante che la sua mente immagina in associazione a quel determinato fenomeno, animale, situazione (lo stimolo fobico). Di conseguenza, le persone attanagliate dalle fobie si sentono costrette a evitare determinate situazioni, peggiorando così la qualità della loro vita o, addirittura, creando blocchi invalidanti.
È quanto accade nel caso della fobia di animali (ad esempio i cani): la persona potrebbe privarsi del piacere di andare a passeggio in un parco o per strada; così nel caso della paura di volare (si pensi a un manager la cui carriera professionale potrebbe essere compromessa da tale fobia). E così per tutte le fobie, indipendentemente dalla natura dello stimolo fobico.
La tecnica di PNL per superare le fobie con la PNL
La Programmazione Neuro-Linguistica prevede una serie di tecniche utili al cambiamento. Tra queste, particolarmente nota è la tecnica “Fast Phobia Cure” (cura veloce delle fobie), che si basa sull’uso del canale rappresentazionale visivo per insegnare al cervello uno schema di pensiero diverso rispetto da quello che crea la fobia. Bandler ideò questa tecnica sulla base del principio per cui ogni schema di pensiero viene creato dalla mente, pertanto, nella stessa maniera, il medesimo schema può essere eliminato e sostituito con uno più funzionale. La domanda guida che occorre porsi è: “Cosa faccio per creare la mia paura incontrollata?” oppure “Cosa immagino che possa accadermi quando vivo quella determinata situazione?”.
Tutte le persone, intervistate da Richard Bandler, che avevano superato in modo naturale una fobia dopo tanti anni, raccontarono la loro esperienza affermando che si erano improvvisamente viste “da fuori” e si erano sentite ridicole. Il meccanismo, dunque, prevede di immaginarsi fuori dalla scena della paura incontrollata, modificando lo scenario catastrofico con uno scenario divertente, ridicolizzando così la paura. Per questa ragione, la tecnica Fast Phobia Cure è una tecnica del cambiamento prettamente “visiva”: essa sfrutta il canale visivo e usa la visualizzazione per modificare le immagini nella mente e creare un nuovo “film” della paura/fobia.
Si tratta di un processo che applica, a livello mentale, una doppia dissociazione visiva: la persona visualizza se stessa, anziché in prima persona (posizione dell’attore), dapprima in seconda posizione (come spettatore esterno) e, successivamente, in terza posizione (come regista). Per questa ragione, questa tecnica a volte viene definita anche “tecnica del cinema” o del “rewind”.
La frase “magica” che quelle persone raccontarono a Richard Bandler fu la seguente: “Mi sono guardato dall’esterno, improvvisamente rendendomi conto di quanto ero stato sciocco ad agire e a reagire in quel modo”. Attraverso la tecnica, il meccanismo che quelle persone avevano messo in atto in modo naturale (essendo arrivate a una soglia di non sopportazione della paura/fobia) può essere creato ad arte. Per farlo, occorre costruire una scena con più passaggi-fotogrammi, proprio come in un film.
Guardarsi dall’esterno, in PNL, corrisponde al meccanismo della dissociazione. Quelle persone si erano “slegate” dall’immagine di loro stesse in preda alla paura smisurata semplicemente osservando il loro comportamento da fuori, immaginando loro stesse fuori da quella scena, proprio come avviene quando il protagonista di un film termina di girare la scena e la rivede seduto comodamente in platea al cinema oppure attraverso una registrazione, osservando tutti i passaggi compiuti.
Il meccanismo di dissociazione visiva slega le immagini dallo stato d’animo corrispondente. Ha la funzione di “spegnere”, “calmare”, “abbassare” un eccessivo carico emotivo, per ricondurre l’emozione sui giusti binari. La tecnica utilizza anche tutte le corrispondenti sottomodalità visive: le immagini in bianco e nero, la distanza, il rimpicciolimento, lo sfocare l’immagine, etc., oltre alla modalità dissociazione (uscire fuori dall’immagine) che è quella in assoluto più importante di tutte.
Naturalmente, come tutte le tecniche del cambiamento, anche la tecnica Fast Phobia Cure impiega la persuasione e il Milton Model. Essa viene applicata in visualizzazione guidata.
Come agire subito per vincere la fobia: tutti i passaggi della tecnica di PNL
La tecnica Fast Phobia Cure ha lo scopo di eliminare un meccanismo mentale e sostituirlo con un altro, più funzionale. Bisogna insegnare alla mente a “disimparare” il comportamento fobico.
La tecnica di PNL prevede i seguenti passaggi:
- Pensare a una propria fobia;
- Immaginare di trovarsi in platea a guardare la stessa immagine dall’esterno (prima dissociazione);
- Identificare l’immagine appena antecedente all’insorgere della fobia (in cui si sta perfettamente) e l’immagine successiva all’evento che produce la fobia (in cui si torna a stare bene);
- Immaginare di allontanarsi dalla platea e di raggiungere la “cabina di regia” della scena proiettata (la posizione del regista, seconda dissociazione);
- Proiettare nella mente la scena completa dell’evento che produce la paura fobica dalla scena iniziale positiva fino alla scena finale positiva, inserendo tutti i passaggi intermedi e abbinando le sottomodalità: rendere la scena molto più veloce, in bianco e nero, senza suoni, come nei vecchi film;
- Entrare dentro (associarsi) alla scena finale;
- Uscire fuori (dissociarsi) e proiettare tutto il processo dalla fine all’inizio, andando indietro, inserendo in sottofondo una musichetta divertente;
- Ripetere il processo più volte (da cinque a dieci volte), in modo da “insegnare” al cervello un nuovo meccanismo.
Come verificare il superamento definitivo di una Fobia
Una volta applicata la tecnica Fast Phobia Cure in visualizzazione guidata, come in ogni processo del cambiamento vanno effettuate la fase di test e la fase di ricalco sul futuro.
I passaggi sono i seguenti:
- Testare la tecnica: questa fase è assolutamente conscia e non in visualizzazione guidata. Serve a verificare immediatamente se la persona riesce a recuperare la sensazione di fobia. Le si domanda dov’è finita la paura/fobia e, se la tecnica è stata ben applicata, la persona risponderà che la paura è svanita o si è almeno attenuata tanto. Il motivo per cui questo accade deriva dal fatto che la paura/fobia è stata modificata nella sua struttura. Quella del Fast Phobia Cure è una ristrutturazione diretta dello stato d’animo attraverso una tecnica di visualizzazione.
- Ricalcare sul futuro: una volta eseguito il test, occorre effettuare la cosiddetta visualizzazione sul futuro, ossia fare in modo che la persona immagini come ogni volta che si ritroverà in quella situazione il suo modo di viverla sarà completamente diverso. Il cervello ha appreso un nuovo schema di pensiero, per cui si autoconvince che la paura/fobia non esiste più. Il cervello non distingue tra il vissuto e l’immaginato: quello che ha creato durante la visualizzazione guidata diventa la realtà. Per questa ragione, ora il cervello conosce una nuova verità: la paura/fobia non esiste più e, di conseguenza, non esisterà più eppure il comportamento di reazione emotiva spropositata.
Nella realtà concreta, è bene fare un test sul campo. La persona avrà modo di verificare da sé il reale funzionamento della tecnica quando si troverà nuovamente esposta alla situazione che aveva dato origine alla fobia.